lunedì 18 agosto 2014

[Veronica Roth] Allegiant_Recensioni

3. Allegiant

Veronica Roth

Allegiant

Ciao a tutti,
quest'oggi concludiamo la saga distopica di Veronica Roth con il terzo e ultimo volume: Allegiant.
Si può dire che abbia appena chiuso il libro, l'ultima riga è passata da pochi istanti sotto i miei occhi e io ho deciso subito di parlarvene, ora che ho impresso nella mia mente, ancora vivido, ogni singolo momento di questo volume. Ma iniziamo con la trama.

Gli Eruditi e Jeanine sono stati sconfitti, ora per la città si prospetta un nuovo destino, totalmente diverso da quello previsto. Già, perché proprio mentre gli Esclusi prendono il comando, un video rivela a tutta la popolazione una verità sconcertante che porterà Tris, Tobias e gli Alleanti a fuggire dalla città per vedere il mondo oltre i suoi confini.
Fuori è tutto diverso, e i ragazzi scopriranno che la loro città è solo un piccolo insignificante puntino in un universo molto più grande. Tutto quello in cui credevano, tutto il modo di vivere al quale erano abituati verrà messo in dubbio, verrà smontato.
In un romanzo creato dall'alternarsi dei pensieri di Tris e Tobias, alla scoperta del mondo e del vero senso della vita.
E ora vi chiederete: bene, ci hai detto tutto questo, ma qual é lo scopo di Tris, Tobias e gli altri, cosa devono fare, quale pericolo incombe sul mondo?
Questa è una domanda che mi sono posta anche io per più di metà libro. Le pagine si sono voltate davanti ai miei occhi ad una velocità incredibile, non tanto perché la storia mi abbia preso, quanto per il fatto che per tutto questo tempo io abbia cercato un significato vero e profondo che mi spingesse a continuare la lettura.
Proprio così, ho trovato più della metà del testo come delle pagine riempite di nulla, di parole che mi sono scivolate addosso lasciandomi indifferente, che mi hanno trascinata riga per riga alla ricerca di qualcosa, qualsiasi cosa, che mi facesse cambiare opinione.
E mentre le pagine scorrevano mi sono trovata di fronte a due punti di vista, a due narrazioni parallele, una dalla parte di Tris, l'altra da quella di Tobias.
Dopo giornate di attesa snervante, dopo la fine sconcertante di Insurgent, non vedevo l'ora di immergermi in un'altra prospettiva, non vedevo l'ora di assaporare il gran finale di una saga che aveva giocato bene le sue carte con Divergent, ma che si era dispersa per la maggior parte di Insurgent.
Avrei tanto voluto, ma nel momento in cui ho aperto il libro mi sono trovata di fronte a una triste verità.
Mentre Tris continua a essere la solita ragazza, che abbiamo imparato a conoscere e alla quale ci siamo affezionati, Tobias si trasforma e passa da "affascinante tenebroso" a "teenager isterica".
Vi scapperà forse da ridere ma purtroppo è così.
Durante la narrazione di Tobias, infatti, non cambia minimamente lo stile di scrittura, non cambia approccio, rimane una Tris al maschile, pieno di paure e insicurezze e senza un briciolo di coraggio e decisione tipico del Tobias che avevamo conosciuto nei volumi precedenti.
E devo dire con rammarico che ho perso molta stima in lui.
E ora volevo passare a un commento più approfondito sul finale, ma vi devo avvertire che se non volete degli spoiler e delle anticipazioni sul suddetto, vi consiglio di saltare il piccolo paragrafo qui di seguito.
Detto questo, per chi è interessato a continuare, ecco la mia opinione.

Ero seduta in giardino, un dolce venticello mi sferzava il viso e, il libro tra le mani, stavo per terminare la lettura.
Stavo vagando in quello stato di indifferenza che mi aveva quasi sempre accompagnata per tutto il libro, quando ecco che un pugno allo stomaco mi fa sobbalzare.
Quasi come una coltellata nel petto, Veronica Roth abbandona l'unico personaggio al quale mi sentivo veramente legata, l'unico di cui davvero mi importasse: Tris.
E, il tempo di qualche riga, ecco che Tris scompare, in una maniera così stupida che quasi mi viene voglia di scaraventare il libro lontano da me.
Tris, che ha resistito agli Eruditi, che è sopravvissuta a mille battaglie, perfino al siero della morte, viene uccisa da un semplice colpo di pistola, scagliato da un poveraccio in sedia a rotelle che tra l'altro lei avrebbe potuto far fuori quando voleva.
Devo proprio dirlo, Veronica Roth è perfida, malvagia, sa sempre come stupire, fino all'ultima parola.
E mentre cercavo di capacitarmene, mentre tentavo di capire il senso di tutto questo e mentre ogni mio brandello di speranza volava via, spazzato dalla bufera che mi ribolliva nel cuore, ecco l'ultimo punto farsi strada tra quelle miriadi di parole, segnando la fine di tutto.
Questa è la prima volta che la morte di un personaggio mi faccia così male quasi da piangere.
Non può essere. No. Non così.
Ancora adesso sto smaltendo, forse anche tramite queste mie frasi, lo shock.
Ma non posso farci niente, devo sopportarlo e andare avanti. Ci saranno molte altre letture che mi accompagneranno, molti altri personaggi che entreranno nel mio cuore e nella mia anima. Quindi concludo qui questo inciso.

Bene. Con questo è tutto e mi rendo conto di aver fatto una recensione lunghissima, ma ne avevo bisogno, dovevo sfogarmi con voi liberando e condividendo i miei pensieri.
Vi saluto e vi aspetto alla prossima recensione.
Sophie



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